Ziic di Biasca, nuova strategia per attirare aziende

Si pensa a una suddivisione in più spazi dei grandi stabili presenti nella zona industriale. In questo modo le ditte avrebbero più facilità a insediarsi.

Da tempo ci si interroga sul futuro della Zona industriale d’interesse cantonale (Ziic) di Biasca. Un comparto che dispone di vie d’accesso e servizi di prim’ordine ma che non è mai decollato, nonostante non manchino i contatti con ditte interessate a insediarsi. Una situazione che ha indotto gli addetti ai lavori ad attuare una nuova strategia, come spiega alla ‘Regione’ il municipale Joël Rossetti, capo del Dicastero sviluppo economico che tra i vari compiti si concentra sulla gestione della Ziic. L’idea è quella di riconvertire e suddividere in più spazi gli stabili di grandi dimensioni lasciati liberi dalle partenze degli ultimi anni (Airlight Energy Manufacturing Sa, Termogramma, Intervalves ed x Smb rilevata nel 2017 dal gruppo Riganti), al fine di rispondere meglio alle esigenze delle aziende interessante. «Essendo un polo di sviluppo cantonale, puntiamo ad avere insediamenti con un valore aggiunto», afferma Rossetti, indicando l’intenzione di volersi orientare maggiormente verso l’industria legata alle scienze della vita e della biotecnologia. «Non più un industria pesante, legata ad esempio all’acciaieria e allo stoccaggio, ma un cambio di paradigma per attirare aziende per esempio attive in ambito farmaceutico, nutriceutico o anche nel campo della ricerca e sviluppo». Si vuole dunque rinfrescare l’immagine delle Ziic dividendo in più settori gli stabili presenti ma anche puntando sul marketing (in questo senso il municipale giudica molto positiva la recente realizzazione del nuovo sito web Polo di sviluppo economico). La strategia è dunque delineata, anche se ancora da affinare. «Come Comune dobbiamo ancora valutare con che impegno andare in questa direzione. Il contatto con il Cantone e l’Ente regionale di sviluppo non manca. Ci sono poi altri aspetti da approfondire insieme ai proprietari degli stabili».

Stefano Melera, manager d’area della Ziic, entra maggiormente nel dettaglio: «i contatti con gli imprenditori non mancano, il discorso che stiamo facendo è quello di migliorare l’offerta. Ci sono alcuni grandi stabili (con superficie interne di 3’500/4’000 metri quadri) dismessi da tantissimi anni e costruiti sulla base delle indicazioni delle aziende che si insediavano 20/30 anni fa. Oggi non sono più al passo coi tempi e presentano delle caratteristiche che non vanno più bene». Negli ultimi tempi, spiega Melera, «osserviamo la tendenza di aziende innovative che hanno necessità di spazi più piccoli e non vanno quindi a prendersi un immobile così grande. Con gli strumenti odierni, un’azienda può infatti produrre in spazi più piccoli». Quali saranno i prossimi passi? «Per aumentare l’attrattiva dobbiamo innanzitutto definire un concetto di ristrutturazione. Si pensa per esempio a uno stabile multiservizi, con uffici modulari per ospitare più aziende innovative, inserendo servizi come una sala riunioni o una mensa. Valutazioni andranno fatte sulla ripartizione dei costi degli investimenti, perlopiù interventi mirati senza spendere grandi cifre.

Attualmente la Ziic conta tra i 200 e i 250 posti di lavoro grazie alla presenza delle ditte Polyeflon, Helsinn e Mediluc, quest’ultima – attiva nella produzione di protesi mediche – trasferitasi recentemente da Bodio. In tempi brevi, informa il municipale Rossetti, dovrebbe instaurarsi anche una ditta nutriceutica. «Se le aziende hanno un valore aggiunto – aggiunge Stefano Melera – c’è anche la possibilità di assorbire i salari e le fluttuazioni di cambio, mentre se si tratta di dite legate alla vecchia economia, alla produzione di materie prime, si fa più fatica». Come detto il focus – ma senza chiudere la porta ad altri settori – sarà su scienze biologiche, medicina, ingegneria, fisica, chimica, farmacologia, ricerca e sviluppo ed energie rinnovabili.