Corriere del Ticino, 10.06.2021

 

BIASCA / Il piano di sviluppo da 50-60 milioni di franchi dell’azienda ticinese è il miglior biglietto da visita per il Polo economico
dove si insedierà presto un’altra ditta – In arrivo forse anche una start up nel capannone dismesso dell’Intervalves

 

Sognare sì, ma con i piedi ben piantati per terra. Il Polo di sviluppo economico (Pse) di Biasca è una realtà consolidata che dà lavoro a 250 persone e ospita delle eccellenze mondiali come la Helsinn Advanced Synthesis che nei prossimi anni crescerà ulteriormente grazie ad un progetto da 50-60 milioni di franchi. L’area di oltre 220.000 metri quadrati – occupata per due terzi – è pronta ad accogliere nuove aziende. Le parole chiave sono «innovazione» e «valore aggiunto», con l’obiettivo di orientarsi viepiù da un’industria per così dire pesante alle scienze della vita e alle biotecnologie. Lo stesso che, per restare nella nostra regione, vuole fare Bellinzona con l’IRB e nel comparto nevralgico che verrà lasciato libero dalle Officine FFS. Le premesse ci sono tutte. Anche perché – diciamolo – il Borgo vuole voltare pagina e lasciarsi alle spalle le partenze, le delocalizzazioni e le chiusure registrate in tempi recenti di quattro importanti imprese.

«L’interesse non manca»

Bisogna ripartire (anche) da qui, e dal grande lavoro che stanno portando avanti il Comune, il Patriziato, l’Ente regionale per lo sviluppo del Bellinzonese e valli ed il Cantone, come vedremo in seguito. Buone nuove, a questo proposito, arrivano proprio… dalle ceneri dell’Intervalves, l’azienda attiva nella produzione di valvole per motori che ha chiuso lo scorso settembre dopo cinque lustri lasciando senza impiego 25 operai. Fallite le trattative con degli imprenditori italiani e spagnoli interessati a rilevarla in quanto questi ultimi non hanno ottenuto le indispensabili garanzie bancarie, i proprietari hanno rinunciato definitivamente a cercare delle alternative e deciso così di mettere in vendita lo stabile. Come appreso dal CdT e confermato da più fonti, proprio lì potrebbe insediarsi una start up ticinese che si occupa di tecnologie. Si sta discutendo, le bocche al momento restano cucite, ma la speranza è che i negoziati si possano concludere nel miglior modo possibile e in tempi brevi. Sarebbe un ulteriore segnale positivo per il Pse rivierasco, a cui si potrebbe aggiungere presto l’arrivo di una ditta nutriceutica.

«Effettivamente è ora di raccogliere i primi frutti di quanto seminato. Personalmente, ogni anno, ho almeno 20-30 approcci: l’interesse non manca essendo una zona dotata delle necessarie infrastrutture, situata in posizione centrale sul principale asse europeo nord-sud e con canoni d’affitto competitivi», esordisce il manager d’area Stefano Melera, che ricopre questo ruolo da tre anni.

Tra sogni e Silicon Valley

I sogni, dicevamo. Il Ticino fa parte dal gennaio 2019, così come altri otto Cantoni (Grigioni compreso), dell’organizzazione di marketing territoriale della piazza economica di Zurigo «Greater Zurich Area» che ha lo scopo di supportare le aziende, estere in primis, che hanno intenzione di installarsi in Svizzera. L’associazione ha «antenne» un po’ ovunque, a mo’ d’esempio a Los Angeles, San Francisco e Shanghai. Biasca con ogni probabilità non diventerà la Silicon Valley del Ticino, tuttavia si stanno intraprendendo lodevoli sforzi per rafforzare quanto di buono già c’è. «L’esempio della Helsinn è il più calzante in questo senso. Si può fare azienda, con ottimi risultati, pure da noi, in Riviera. Il piano di sviluppo presentato dal gruppo ticinese (raddoppiare la palazzina dei laboratori e la produzione oncologica entro il 2023-2025, ndr.) avrà un impatto importante su tutta la regione per quanto riguarda l’occupazione. Per il resto l’idea è quella di sfruttare, ammodernandoli laddove possibile, i capannoni dismessi costruiti negli anni ’80-’90 creando degli spazi condivisi. In questo modo i costi di gestione diminuiscono e possono altresì svilupparsi delle sinergie fra ditte a beneficio, naturalmente, dell’intero comparto strategico», puntualizza Stefano Melera.

Posti di lavoro qualificati

Il futuro si chiama innovazione, insomma, in quanto queste aziende più di altre «assicurano maggiore garanzia di permanenza e creano posti di lavoro qualificati. Senza dimenticare, infine, l’attenzione riposta sulle energie rinnovabili, ad esempio puntando sul teleriscaldamento. Ciò che ci permette di essere all’avanguardia e attrattivi», conclude l’area manager del Pse. A Biasca tutto è pronto. Aziende, fatevi avanti.

Molte idee e chiare

Allora, nel 1979, quando è nata, si chiamava Zona industriale di interesse cantonale. L’obiettivo era ed è tuttora quello di favorire la crescita economica di Biasca e della regione creando posti di lavoro ed indotto. Nel 2011 il comparto si è trasformato in Polo di sviluppo economico. Nuovo nome ma stessa filosofia. E stessi attori al fronte (Patriziato, Comune e Cantone) ai quali si è aggiunto, da sei anni, l’Ente regionale per lo sviluppo del Bellinzonese e valli. Attualmente vi lavorano 250 persone attive in tre aziende (Helsinn, Polyeflon e Mediluc). L’area, per rendervi l’idea, ha le dimensioni di una trentina di campi da calcio.